Salvatore Cipolla

Allo studio di Salvatore Cipolla
di Mario Luzi


Lettera a Salvatore Cipolla
di Vincenzo Consolo


Reliquiari dell’anima
di Alessandro Coppellotti


La terra, i sogni, l’energia vitale e la ceramica espressiva
di Maurizio Vanni

Oltranza figurativa e terrestrità
di Antonio Paolucci


La terra, i sogni, l’energia vitale e la ceramica espressiva

di Maurizio Vanni

 
Quello con la ceramica è un incontro con un’espressione artistica legata ancora al mestiere, alla creatività, alla tradizione arcaica rimasta, nel corso dei millenni, sostanzialmente immutata nelle sue componenti basilari : un filo rosso che congiunge il mito dell’antico alla sperimentazione contemporanea basata sull’oggetto fisicamente visibile.L'uomo, assai prima di riconoscersi artista e di esprimersi attraverso una cosciente comunicazione culturale, agisce con creatività attraverso segno, colore, superficie, forma e materia. L’individuo plasma e dà forma a se stesso e al proprio mondo ispirandosi alle immagini offerte dalla natura. Sia nel bambino che nel primitivo l’esperimento figurativo che genera la forma corrisponde a un’azione mirata ad ampliare l’esistente a prescindere dall’esito estetico. La ceramica di Salvatore Cipolla presenta la spontaneità, la purezza e la passione di un bambino unita all’esperienza e alla consapevolezza del grande artista maturo: "Praticamente sono nato in mezzo alla ceramica. La mia era una famiglia di ceramisti (bisnonno, nonno e padre) e chi nasceva in famiglia era destinato a lavorare nella bottega fin da piccolo. Non ci sono state conversioni, bensì ragioni di eredità naturale". Le opere in ceramica di Cipolla raccontano di un’arte antica che l’uomo-artista continua a scoprire e a regalare alla terra come volesse ringraziarla per i suoi innumerevoli frutti. Quella stessa terra che, incontrando l’aria, l’acqua e il fuoco, viene proiettata in un viaggio dove può materializzare i suoi sogni, le sue emozioni e le sue passioni.La ceramica ha dato la possibilità all’umanità di stabilire le basi di un’esistenza e ha facilitato l’espansione di una cultura che, in periodi diversi, ha offerto la possibilità a intere popolazioni di affermare il proprio potere e imporre la propria arte. Le varie fasi della lavorazione diventano elementi attivi in grado di perfezionare la disciplina: un’espressione precisa, ma al tempo stesso imprevedibile, che presuppone una grande conoscenza tecnica senza la quale non esisterebbe il ceramista. La ceramica sottintende la padronanza di diverse tecniche coordinate tra di loro e solo la parziale conoscenza di uno di questi passaggi preclude irrimediabilmente il buon esito del lavoro: "La ceramica, a differenza delle altre espressioni artistiche, impone una preparazione e un esercizio tecnico più complessi e pazienti, oltre che rischiosi. Imporre la conoscenza e la consapevolezza di tutte le fasi tecniche, dai ritiri vari dell’essiccamento a quelli che avvengono all’interno della cottura, compreso il calcolo dei cambiamenti e delle modificazioni degli smalti e dei colori, è un’operazione delicata e spesso imprevedibile". Forma, colore e contenuto dovranno sempre essere intimamente legati per formare quella magica armonia in grado di condurre all’opera d’arte. Il mistero multimillenario della ceramica, grazie al quale le proprietà dei materiali vengono trasformate nella fornace, esercita un fascino particolare su Salvatore Cipolla: unendo alle capacità manuali la consapevolezza della disciplina, la conoscenza culturale del passato, una grande sensibilità e volontà comunicativa, l’artista siciliano riesce a tirar fuori la vita dall’inerte e a rendere artistici anche gli oggetti d’uso. L’oggetto quotidiano viene così riscoperto attraverso una ritrovata coscienza culturale per ciò che esso rappresenta per la nostra civiltà. L’oggetto, come scrive Bertold Brecht, quando è autentico diventa quell’amico con il quale si ha a che fare ogni giorno della nostra esistenza. Secondo lo scrittore sono proprio gli oggetti vissuti, consunti, magari storti e ammaccati, ad essere i più veri, i più felici e più in sintonia con il nostro immaginario. Cipolla, nella maggior parte dei casi, inibisce la funzione degli oggetti che produce; infatti quasi tutte le ceramiche che crea corrispondono a espressivi pezzi d’arte la cui fruizione quotidiana diventa più cerebrale che materiale: "La vera funzione dell’espressività della ceramica è quella di ritrovare il valore artistico all’interno dell’oggetto. La ceramica, come la intendo io, è solamente ceramica espressiva, cioè arte pura (…)". Se per Picasso l’arte è stata il campo aperto di inesauribili metamorfosi della forma, nessuna differenza poteva esistere tra arte maggiore e le cosiddette arti decorative e industriali. Per il grande artista spagnolo, così come per Cipolla, la ceramica corrisponde a un allargamento d’orizzonte della creatività ancora inesplorato e si connette alla scoperta di un materiale completamente diverso da tutti gli altri, particolarmente congeniale alla propria irrefrenabile forza creativa: "Bisogna sfatare il mito delle arti minori che sempre riemerge per colpa di una critica che non ha saputo dare la giusta collocazione storica alle cosiddette arti applicate. (…) La ceramica è un linguaggio multiplo, ma quando l’oggetto è espressivo, esprimendo la personalità dell’autore, rivelando uno stile, ha lo stesso prestigio degli altri". Per Salvatore Cipolla, la ceramica è la disciplina più nobile e libera che esista: una vera e propria ragione di vita attraverso la quale combatte l’appiattimento della società e la donazione dei prodotti artistici. Le sue forme non nascono mai a caso, bensì sono sempre sostenute da una precisa metodologia che potremmo considerare come la sintesi di un’analisi che viene condotta sulla materia e nella materia, sugli oggetti e negli oggetti. Un’idea di partenza, una volontà di apprendere dalla natura il mistero dell’esistenza di tutte le cose, ma ben presto la passione prevale sulla mente, l’istinto domina la razionalità, l’eros sovrasta il logos, e ciò che sembrava inerte e scolorita materia si trasforma magicamente in un oggetto che vive, si muove e respira l’atmosfera della dimensione in cui ci troviamo. Sembra impossibile, ma i manufatti entrano nel forno in un modo ed escono in un altro: è come se la cottura permettesse alle crisalidi di diventare meravigliose e colorate farfalle. La cosa entusiasmante è che, nonostante l’assoluta imprevedibilità, Salvatore Cipolla sapeva quasi alla perfezione le cromie che avrebbe incontrato all’apertura del forno: "La tecnica della ceramica è unica in quanto si carica di una luce irripetibile: il materiale cotto a gran fuoco, con un calore che rasenta i  1.300-1.400 gradi, presenta un’energia di vibrazioni che è unicamente data da questi impasti e dal particolare trattamento negli ambienti di cottura". Salvatore Cipolla crea una serie di forme, potenti e fragili al contempo, in cui la fisionomia dello spazio si unisce a una vitalità interiore che si contrappone ai contenitori vuoti di un’umanità deteriorata. La sua figurazione, pure nelle forme in costante mutamento, è sempre decisa: l’artista sa intuire e vedere il significato di un gesto, di un atteggiamento o di un pensiero proprio mentre lo traduce attraverso la forma. In lui esiste quella che potremmo definire una sorta di violenza primordiale: quella veemenza che si sublima nelle sue ceramiche e che trova nei suoi grès la linea dell’eccitante e disperata storia della vita. Cipolla non mira a un premeditato tessuto di forme e di colori che scompagini il reale, non è proiettato verso una gratuita drammaticità che nasce dall’intensità del segno e dalla forza del suo potere allusivo, ma continua a ricercare ininterrottamente, a sperimentare tecniche nuove e originali combinazioni di materiali con l’intento di ampliare ancor più la propria sfera di conoscenze e di possibilità: "E’ solo con la sperimentazione continua che si ha il vero processo nella conquista dello stile (…).  Buona parte del suo mondo artistico, pur essendo proiettato in una crescente rappresentazione comunicativa, è concreto e riflette una situazione ben definita nello spazio. Ciotole, vasi, piatti, brocche e tazze in porcellana, vasi e figure zoomorfe in grès policromo e vasi in maiolica: un universo dal sapore primordiale, ma, al tempo stesso, modernissimo e sorprendente. Lacerazioni, sovrapposizioni, tagli, incisioni, strappi, graffi, gesti arditi, eccitazioni intense di forme che non sono nè ripetute nè ripetibili, levigazioni di spazi che ricordano il suolo di altri pianeti in una ideale e imprevedibile armonia del tutto. Pur in sintonia con il passato, Cipolla propone soluzioni assolutamente originali e anti-convenzionali: l’artista evita la regolarità inerte, la simmetria fine a se stessa, le proporzioni matematiche o scientifiche o l’accademica giustapposizione cromatica. Ne scaturiscono lavori che sì insinuano nel nostro universo con l’intraprendenza dell’oggetto unico ed espressivo. Forme molteplici si rincorrono, si sovrappongono o si respingono come per un impulso che non risponde a leggi terrene: immagini che diventano parte vitale dell’artista e che comunicano con l’eloquenza di chi deve esprimere sentimenti veri: "Il ceramista deve ricercare nuove terre e nuovi smalti. Ci sono centinaia di terre che il ceramista deve esplorare, centinaia di smalti che deve verificare, decine e decine di sistemi per manipolare le argille e altrettanti modi espressivi da scoprire". Attraverso le sue composizioni, Cipolla crea situazioni in grado di trasmettere il suo istintivo talento e tutta la sua energia, dando vita a immagini che hanno un qualcosa di epico e popolare insieme. Salvatore ci invita a scoprire il suo percorso artistico, filologico, filosofico e culturale, condotto dalle esigenze della materia e della vita. Anche l’ultimo ciclo di opere dichiara una volontà sistematica di andare oltre l’esistente, di aprire nuovi scenari sulla vita, di dimostrare quanto anche le combinazioni più ardite, se sostenute dalla logica creativo-espressiva, possano incredibilmente entrare in armonia. Cipolla ci propone un percorso, una strada ad ostacoli che va più vissuta che esplorata, una via che può condurre lo spettatore in una dimensione dove è possibile tutto e il suo contrario. Quell’iter, assoluto e necessario, appannaggio di chi non si accontenta mai dei risultati conseguiti e desidera sempre palesare la propria fede nell’uomo vero, testimone del proprio tempo e artefice del proprio destino.